Presentato a Trevi nel Lazio il libro dell’artista-poeta Georges de Canino, artista e poeta italo/francese, nato a Tunisi e di religione ebraica, è tornato in questi giorni a Trevi nel Lazio per presentare in anteprima il suo libro “Canti trebani”.
Il volume è stato curato da Michele Amici, presidente del Centro Internazionale Antinoo per l’Arte che lo ha editato con le edizioni Ammentos, con il contributo e patrocinio del Comune di Trevi nel Lazio. Si tratta di una raccolta di poesie che ha avuto la sua origie a Trevi nel Lazio, circa venti anni fa, arricchita da nuove liriche, da disegni, dipinti, fotografie e da contributi critici di numerose personalità della cultura e del mondo accademico. La maggior parte dei componimenti, infatti, risale al 2002, ai giorni nei quali Georges de Canino si trovava a Trevi per allestire la sua mostra personale “Memorie” a Castello Caetani.
Ricordo che, come curatrice della mostra, avevo inserito nell’allestimento alcune delle poesie di Georges, perché rendevano le varie installazioni ancora più toccanti. La mostra coinvolse molto il pubblico e l’artista trasse da questo un forte riscontro emotivo. Passò le sue notti a scrivere, intermezzando quel suo presente ai ricordi remoti dell’infanzia. Durante il giorno si immergeva nel dolore dei volti delle vittime della Shoah e allo sconcerto procurato dalle parole di Eichmann durante il suo processo. Di notte il suo scrivere costituiva un antidoto a tanto orrore. Forse per questo motivo ne perse la memoria, come se si fosse trattato di un tempo ipnotico, di ore di oblio terapeutico. Da qui un salto di vent’anni, quando, esattamente un anno fa, Michele Amici ha ritrovato tra le sue cose questo manoscritto di Georges de Canino. Subito ha pensato di farne un libro ricollegando le memorie di quei fatti al nostro presente, in una nuova e più complessa avventura trebana. In effetti con questa pubblicazione è come se il discorso si fosse ribaltato e avesse assunto un significato emblematico. Nel 2002, infatti, si trattava di una mostra che da Roma arrivava nel piccolo centro storico di Trevi, dal centro alla periferia.
Ora, con questa pubblicazione, è Trevi nel Lazio che arriverà a Roma e in tante altre città. Questa è l’Italia. Un paese dove non esiste un solo centro e una sola informe periferia. La storia e la cultura di ogni piccolo centro è in grado di creare e di incubare esperienze culturali profonde e persistenti. Lo stesso genuino contatto con la natura, a tratti quasi incontaminata, permette agli esseri umani di percepire la loro essenza, le loro priorità, le loro traiettorie. I monti, gli alberi, le sorgenti, le persone e le storie hanno fatto vivere all’artista la magia di un incontro profondo con se stesso e con la sua storia e da lì è ripartito. Ha coinvolto altre persone che, come lui, hanno la sensibilità culturale di condividere questo tipo di incontri. L’aspetto “glocal” di questo processo porta dunque a recuperare il valore politico e intellettuale della comunicazione, della collaborazione e dello sviluppo del senso critico. Passando dal globale al locale e dal locale al globale è possibile mettere a punto pensieri, metodi e strategie sicuramene utili a curare il collasso del nostro piccolo pianeta. Ed è proprio dall’interno della complessità di questo sistema che scaturiscono i disparati spunti contenuti in ogni singola poesia del libro. Con senso critico e autocritico l’autore richiama all’ecologia, alla fraternità, al rifiuto della violenza e di ogni tipo di discriminazione.
All’incontro, moderato da Michele Amici e svoltosi alla presenza di un folto pubblico, sono intervenuti: il sindaco di Trevi avv. Silvio Grazioli, quale ambasciatore della Comunità Ebraica di Roma il dott. Giacomo Moscati e la dott.ssa Gavina Cherchi, docente di Storia delle Scienze dell’uomo e della formazione dell’università di Sassari. Sponsor unico dell’iniziativa SPA GVG.
Francesca Pietracci