Pubblichiamo la lettera che Françoise Bonali Fiquet, ricercatrice confermata dell’ Università di Parma e Membro del comitato di redazione della Rivista annuale della S.I.E.Y (Clermont-Ferrand), ha scritto al conduttore della trasmissione “Passato e Presente” di Rai Storia Dott. Paolo Mieli in merito alla puntata dedicata all’Imperatore Adriano andata in onda il 16 gennaio 2018.
Egregio Dott. Paolo Mieli,
Ho ascoltato diverse volte con grande piacere e interesse la sua trasmissione “Passato e presente”, ma sono rimasta a dir poco sconcertata per le conclusioni della trasmissione del 16 gennaio 2018 dedicata all’Imperatore Adriano.
Mi sono stupita quando lei si è complimentato con il Professor Canfora al termine della rievocazione sulla pubblicazione di Memorie di Adriano in Italia, storia ricostruita da lui in maniera tendenziosa e non conforme alla realtà dei fatti. I fatti sono noti: li ha raccontati in modo rigoroso la traduttrice del libro Lidia Storoni Mazzolani nel bel saggio intitolato « Una traduzione e un’amicizia », un testo facilmente reperibile visto che figura in appendice all’edizione Einaudi del 1988, e da allora è presente in tutte le riedizioni Einaudi.
A differenza di quanto esposto da Luciano Canfora durante la sua trasmissione, gli errori della prima stesura non sono da imputare all’autrice (né alla traduttrice), ma alla casa editrice Richter di Napoli, alla quale Plon aveva ceduto i diritti dei Mémoires d’Hadrien, pubblicati nel 1951.
Non è il testo originale dei Mémoires d’Hadrien ma la prima versione italiana del libro che ha necessitato di importanti correzioni, per via del comportamento scorretto dell’editore Ruesch, che non diede alla traduttrice Lidia Storoni Mazzolani la possibilità di rileggere le bozze e si rivolse ad un revisore che apportò delle modifiche alla sua versione per renderla più “divulgativa”.
Tentando di giustificarsi, l’editore scrisse a Lidia Storoni che il correttore – di cui non fu rivelato il nome, era uno “scrittore esperimentato” [parole dell’editore], ma lei trovò “in ogni pagina tagli, omissioni, errori, una terminogia sciatta e anacronistica”, come lei precisa nel saggio citato sopra (M. YOURCENAR, Memorie di Adriano, Torino, Einaudi, ET 2016, p. 312). “Il risultato fu orribile” – precisò la stessa Storoni in occasione della scomparsa della scrittrice. “Quando uscì il libro [alla fine del 1953], feci causa a Ruesch e la vinsi, ma ormai l’opera era andata in giro”, [“Il Tempo” del 19 dicembre 1987, p. 3].
Questo spiega la dedica di Marguerite Yourcenar a Lidia Storoni (“deux fois traductrice des Mémoires d’Hadrien …”) sul frontespizio dell’edizione Plon del 1958, esposta nel 2013 alla mostra di Tivoli “Marguerite Yourcenar. Adriano, l’antichità immaginata” (Villa Adriana, 28 marzo-3 novembre). Questa dedica è riprodotta p. 138 del catalogo Electa, curato da Elena Calandra, Benedetta Adembri e Nunzio Giustozzi.
Mi sono soffermata sulle vicissitudini della prima edizione italiana delle Memorie di Adriano nella relazione “Les aléas de la publication des Mémoires d’Hadrien et du Coup de Grâce en Italie”, presentata al recente Convegno “Marguerite Yourcenar et le monde des Lettres (Università di Clermont-Ferrand, 14-16 ottobre 2017), i cui atti saranno pubblicati prossimamente dalla S.I.E.Y. (Société Internationale d’Études Yourcenariennes).
Mi rammarica che, nella sua trasmissione dedicata all’imperatore Adriano, ci sia stato così poco rispetto nei confronti di Marguerite Yourcenar, prima donna ammessa all’Accademia di Francia nel 1980, e ancora molto apprezzata in tutto il mondo a distanza di trent’anni dalla sua scomparsa, come fanno capire i numerosi eventi organizzati per l’occasione.
Nell’attesa di un suo gentile riscontro le mando i più cordiali saluti,
Françoise Bonali Fiquet
Cremona, 28 gennaio 2018